Avere una buona rete di relazioni sociali incide positivamente sulla salute. Alcuni studi hanno stimato come gli individui con una buona rete sociale abbiano il 50% di possibilità in più di sopravvivenza (longevità). Un dato del genere fa capire come l’isolamento sociale sia una condizione dannosa per la salute al pari del fumo di sigaretta e dell’assunzione di alcol superando persino quella dell’obesità.
I fattori sociali incidono su tutti gli aspetti della salute migliorando la qualità della vita. Parlo di aspetti cognitivi come ad esempio memoria e attenzione, aspetti affettivi come i sentimenti e aspetti comportamentali ovvero i comportamenti messi in atto.
Per favorire il benessere e la longevità, però, le relazioni sociali devono essere positive ovvero devono avere per noi un significato favorevole in quanto avere rapporti interpersonali sfavorevoli produce stress negativo e peggiora la qualità della vita esponendo al rischio di declino cognitivo con l’avanzare dell’età. Le relazioni più dannose sono quelle dove ci percepiamo impotenti e ipercontrollati. Di fatto a fare la differenza non è la relazione in se ma il significato che diamo ad essa.
Tutto ciò che ci fa stare male emotivamente ha una ripercussione sul nostro corpo. Le relazioni interpersonali negative attivano in noi emozioni negative che percepiamo nella mente e sentiamo nel corpo. Per questo procurano stress ovvero mantengono il nostro organismo attivato in modo continuo senza mai (o troppo poco) metterlo in condizioni di disattivazione. Questo, nel lungo periodo, porta a creare un terreno fertile per l’insinuarsi di malanni e malattie. D’altro canto l’isolamento sociale non solo può anch’esso creare stress ma mette anche in una condizione di povertà sensoriale perché ci priva di molti stimoli dati dall’interazione con le altre persone che sono fondamentali per rallentare il declino cognitivo.
Ci sono però delle distinzioni da fare. Le persone che si isolano per il piacere di stare sole non sono sottoposte a stress negativo mentre le persone che si isolano per strategia difensiva (ad esempio perché non si sentono a proprio agio con le persone o nei luoghi ma vorrebbero starci) o perchè obbligate (come è successo con il lockdown per la pandemia di covid19) sono sottoposte a stress negativo perché del loro isolamento fanno una valutazione negativa che porta a stati emotivi di disagio. Resta però il fatto che non esporci alle relazioni ci priva di stimoli che mantengono attive alcune importanti componenti cognitive.
CONSIGLI PRATICI PER CHI FA FATICA A CREARE UNA RETE DI RELAZIONI SOCIALI POSITIVE
1) In primo luogo è utile sapere che relazionarsi con le persone fa bene alla salute. Detto questo, nel caso in cui una persona si ritrovi sola per vari motivi, è importante prima di tutto rendersi conto di questa condizione. Solo attraverso la consapevolezza si giunge ad una strategia di fronteggiamento.
2) Una volta giunti alla consapevolezza che è necessario attivare una rete sociale, se la persona è spontaneamente in grado di attivare relazioni sociali può farlo. Se la persona non è in grado di attivare spontaneamente relazioni sociali può rivolgersi a gruppi già fatti. Questo è ciò che succede spesso quando si supera una certa età (anche se oggi è frequente anche tra i più giovani). Esistono gruppi di persone praticamente intorno ad ogni area di interesse (viaggi, ballo, cultura, attività fisica…). Il primo passo è quello di rendersi conto se la propria rete sociale è positiva o negativa o se è assente. Una volta fatto questo significa che si sta prendendo atto del fatto che è possibile fare qualcosa per migliorare la propria salute psichica ma anche fisica.
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