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"MARE FUORI": UNA SERIE CHE INSEGNA MOLTO SU ASCOLTO ED EMPATIA


E' ormai difficile trovare qualcuno che non si sia appassionato alla serie tv “Mare Fuori”.

Questa serie è ambientata in un istituto penitenziario di Napoli nel quale giungono in custodia adolescenti che hanno commesso dei crimini più o meno gravi. Alcuni di loro sono “soldati” della camorra. Altri sono “sciolti”. Alcuni hanno commesso reati con dolo mentre altri si sono trovati coinvolti in reati non voluti.

Carmine, figlio di Donna Wanda, appartiene alla famiglia di camorristi più temuti di Napoli, i Di Salvo. Rosa e Ciro Ricci sono figli di Don Salvatore Ricci, l’altro cognome che si divide le piazze con i Di Salvo. Edoardo Conte è il miglior amico di Ciro Ricci e per questo seguace dei Ricci. Naditza e “o chiattillo” sono due ragazzi molto diversi. Lei zingara e lui figlio di una facoltosa famiglia milanese. Cardiotrap è un ragazzo che vuole fare il cantante e scrive canzoni. Pinuccio è uno dei personaggi più problematici con un evidente problema di regolazione emotiva che, grazie alla comprensione e all’ascolto che trova in alcuni suoi compagni, impara a gestire. Loro sono alcuni dei personaggi di questa fiction.

La serie ruota intorno ai rapporti. I rapporti tra i ragazzi, i rapporti tra i ragazzi e il personale dell’IPM, i rapporti tra i ragazzi e le loro famiglie.

L’enfasi viene data all’idea di salvare questi ragazzi da una vita di reati o, peggio, dalla morte. Per raggiungere l’obiettivo il personale dell’IPM, e in particolar modo il comandante, si relaziona con loro non solo in modo normativo, dovuto dalla circostanza, ma soprattutto con l’ascolto. Ascolto del punto di vista dei ragazzi, dei loro sentimenti e delle loro emozioni. Un ascolto empatico. Che giorno dopo giorno riesce a portare questi adolescenti a fidarsi e a lasciarsi aiutare andando anche contro le proprie famiglie dove necessario.

L’ascolto è il presupposto su cui si fonda l’empatia. Una caratteristica cognitiva che non tutti abbiamo nello stesso modo e che è necessario possedere quando si lavora nell’ambito delle relazioni d’aiuto. Saper decodificare messaggi e comportamenti del prossimo per capire il suo mondo interiore è una competenza necessaria quando si lavora in certi ambiti. Le difficoltà del fare questo sono più spesso date dal non riuscire a mantenere il giusto distacco necessario all’interno di una relazione d’aiuto per riuscire a non farsi sopraffare dalla sofferenza e, di conseguenza, a prendere a volte, decisioni sbagliate. Nella serie si possono notare spesso situazioni di “sconfinamento” dal piano professionale al piano personale.

I rapporti tra i ragazzi, invece, vedono due gruppi contrapposti, per semplicità diciamo “i buoni” e “i cattivi”. Sarebbe facile fermarsi qui. All’antagonismo tra due bande. Ma è tutto molto più complicato perché la presa di posizione dei ragazzi è data da un bisogno profondo, il bisogno di appartenenza, che alcuni di loro riescono a soddisfare solo “appartenendo” a una delle due famiglie di camorristi di Napoli: i Di Salvo e i Ricci. Chi riesce a soddisfare questo bisogno diversamente aprendosi alle possibilità che offre l’IPM, grazie all’ascolto empatico e alla comprensione di educatori, comandante e direttrice, troverà la propria strada.

Questa serie deve essere d’ispirazione per tutti i professionisti che lavorano a stretto contatto con il disagio. Imparare a porsi in ascolto anziché come giudici è la chiave per aiutare chi necessità di aiuto.



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