Recentemente mi sono appassionata di una serie tv già in onda da un po’: The good doctor.
La serie tratta le vicende di un giovane chirurgo affetto da autismo.
“Autismo” è un termine generico per indicare un disturbo dello spettro autistico. Nello specifico, il giovane dr. Shaon Murphy presenta una forma di autismo ad alto funzionamento compatibile con autismo lieve e sindrome del Savant. Si tratta di una forma di autismo in cui si evidenziano abilità speciali. Nel caso del nostro protagonista l’abilità speciale è un’eccellente memoria fotografica che gli consente di rivedere mentalmente tutta l’anatomia e il funzionamento del corpo umano molto velocemente.
Consiglio caldamente la visione di questa serie perché tratta tematiche molto interessanti.
1) INTEGRAZIONE E INCLUSIONE: questi due termini hanno significati diversi. Integrare significa che il gruppo fornisce le risorse per consentire il raggiungimento di risultati da parte di tutti. Includere significa che il gruppo ha individuato e capito il valore che ognuno può portare e lo sa utilizzare per un obiettivo comune.
Non sempre l’integrazione porta all’inclusione. Nel caso del dr. Murphy l’inclusione è diventata realtà. Inizialmente i colleghi lo aiutano fornendogli un contesto il più adatto possibile ai suoi deficit soprattutto relazionali e poi comprendono il valore che una persona con le sue caratteristiche porta al lavoro di squadra e lo includono.
2) DISABILITA’: la disabilità porta con sé dei limiti oggettivi che è inutile voler superare. Diventerebbe frustrante e controproducente. E’ necessario individuare tali limiti e difficoltà accettandoli senza volerli cambiare. Invece è vantaggioso concentrarsi su ciò che è possibile fare ovvero sulle aree e le abilità residue.
3) EMPATIA E RELAZIONI INTERPERSONALI: per relazionarsi al meglio l’empatia è fondamentale. Ma nei soggetti affetti da autismo l’empatia è deficitaria. Il dr. Murphy ci mostra come riesce ad aggirare l’ostacolo utilizzando 2 abilità che possiede a pieno titolo: la percezione e il modellamento. Nel primo caso utilizza gli indizi oggettivi per dedurre come si sente una persona (ad esempio il linguaggio del corpo). Nel secondo caso imita il comportamento di chi è empatico chiedendo anche direttamente come fare.
Concludo con un’osservazione.
Integrare e includere significa NON DISCRIMINARE nessuno per nessun motivo che sia soprattutto legato al suo essere.
Non esistono motivi validi per farlo se non la cattiveria e/o l’incapacità di mettere in discussione credenze e valori acquisiti. Nel primo caso non ci sono soluzioni. Esistono persone cattive. Ci sono sempre state e ci saranno sempre. Nel secondo caso c’è tanto che si possa fare.
SAPERSI METTERE IN DISCUSSIONE E’ SEGNO DI POSSEDERE CAPACITA’ DI PENSIERO CRITICO, BUONA AUTOSTIMA E UMILTA’.
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