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PAZIENTE DIABETICO: DALLE DIFFICOLTA' EMOTIVE AI COMPORTAMENTI CORRETTI

Aggiornamento: 12 feb 2021


Attualmente la medicina distingue tre forme di diabete mellito: diabete di tipo 1 o giovanile, diabete di tipo 2 e diabete gestazionale. L’ultimo è di solito transitorio mentre i primi due rappresentano una condizione cronica.

Dal punto di vista psicologico, ricevere la diagnosi di una malattia metabolica dalla quale non si guarisce e con la quale è necessario convivere, comporta solitamente paura e insicurezza che possono influire negativamente sulla corretta attuazione delle attività di cura in quanto si possono tradurre in ansia e/o depressione che impediscono di mettere in atto adeguate strategie di gestione della malattia.

Per prima cosa è doveroso specificare che esiste una differenza tra ansia e disturbo d’ansia come c’è una differenza tra umore depresso e disturbo depressivo. Non sempre l’ansia e l’umore depresso esordiscono in un disturbo psichico. Nel caso in cui si inneschi un vero disturbo è necessario rivolgersi ad uno psicoterapeuta. Quando, invece, non ci si trova di fronte ad un vero e proprio disturbo, non significa che l’impatto sulla gestione del diabete sia da sottovalutare.

In generale possiamo dire che l’ansia e la depressione non sono conseguenze del diabete per cui c’è sempre la variabile soggettiva da prendere in considerazione. Quello che è altamente probabile e che è stato verificato da studi correlazionali, è il fatto che ansia e depressione correlano con la malattia cronica per cui anche con il diabete. Significa che ricevere la diagnosi di una malattia dalla quale non si può guarire è un concetto che va psicologicamente elaborato in una direzione funzionale al mantenimento di una buona qualità della vita. Ad oggi le terapie farmacologiche del diabete lo consentono ma spesso è il modo di rapportarsi alla malattia che diventa un ostacolo.

Nel caso di una diagnosi di diabete di tipo 1 o 2, la malattia è una situazione oggettiva. Non è qualcosa che si possa modificare. Molte persone di fronte a questa situazione pensano di non poter far nulla, si valutano fragili, altri soffrono rimuginando continuamente all’ingiustizia subita. Tutto questo porta ad un’attivazione emotiva di disagio. Inoltre impedisce di mettere in atto i comportamenti giusti per migliorare la qualità della propria vita.


COMPORTAMENTI UTILI AL PAZIENTE DIABETICO

I comportamenti giusti per migliorare la qualità della propria vita in caso di diabete

sono finalizzati alla gestione della malattia. Il più “sentito” è il tema dell’alimentazione in quanto il soggetto diabetico deve necessariamente modificare le sue abitudini alimentari e questo può risultare complicato se non siamo sufficientemente motivati o se non sappiamo quali sono i meccanismi psicologici alla base dell’acquisizione di nuove abitudini. In ogni caso non è l’unico. Il diabete può venire aggravato da situazioni di stress per cui è importante anche saper gestire lo stress ad esempio attraverso tecniche di rilassamento. Inoltre c’è, nei casi più gravi, la gestione della terapia farmacologica.

Purtroppo però non è sufficiente sapere che mangiando in un certo modo e seguendo determinate regole si può stare meglio in quanto per qualcuno è fattibile ma per molti altri è difficilissimo, se non impossibile. Proprio per queste persone è importante chiedere aiuto, farsi seguire nell’apprendimento di nuovi comportamenti che possano garantire loro una buona qualità di vita. Un valido aiuto viene dal confronto con persone che hanno lo stesso problema. Il mutuo aiuto è uno strumento molto valido nella gestione di malattie croniche. Questo però può non essere sufficiente o comunque disponibile per il paziente diabetico per cui diventa necessario l’aiuto di uno psicologo specializzato in tecniche comportamentali e cognitive.


QUANDO IL PAZIENTE DIABETICO E' UN BAMBINO...

Di solito quando ad un bambino viene diagnosticato il diabete sono i genitori che necessitano di un supporto psicologico. Con loro si affronta il disagio emotivo che la situazione comporta e si può procedere aiutandoli a conoscere le tecniche di apprendimento che possono facilitare l’acquisizione di nuove abitudini nel bambino. Tra l’altro i bambini imparano più velocemente per cui se i genitori sanno quali tecniche utilizzare per facilitare certi apprendimenti è tutto molto più fluido.


3 CONSIGLI PRATICI PER IL PAZIENTE DIABETICO...

1) Cercare di focalizzarsi sugli aspetti controllabili della malattia e non su ciò che è fuori dal proprio controllo

2) Appoggiarsi a un parente o ad un amico o a qualcuno con lo stesso problema per poter ricevere supporto e per essere monitorati dall’esterno

3) se questo non è sufficiente rivolgersi ad uno psicologo che possa non solo supportare lo stato emotivo ma soprattutto impostare un percorso che aiuti la persona ad aderire allo stile di vita che gli è necessario.

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