L'amica geniale, serie basata sui romanzi di Elena Ferrante, offre un'accurata rappresentazione psicologica delle dinamiche interpersonali e dei processi cognitivi e comportamentali che definiscono la crescita e lo sviluppo delle protagoniste, Elena e Lila.
L’analisi psicologica da una prospettiva cognitivo-comportamentale evidenzia come i pensieri, le emozioni e i comportamenti delle protagoniste siano fortemente influenzati dall'ambiente sociale, familiare e culturale in cui crescono, ma anche come i loro processi cognitivi – in particolare quelli legati all'autoefficacia, all'autostima e alla gestione dell’ansia sociale – siano fondamentali per il loro sviluppo individuale.
1. I conflitti interni e i pensieri disfunzionali
Una delle tematiche centrali della serie è il conflitto interiore delle due protagoniste, che è spesso alimentato da pensieri disfunzionali tipici di una mentalità “tutto o niente”.
Elena, per esempio, tende a confrontarsi costantemente con Lila, che considera un modello di intelligenza e capacità superiori, ma allo stesso tempo è ossessionata dall’idea di non essere mai all'altezza. Questo porta a una costante ricerca di conferme esterne che, sebbene alimentate da un forte bisogno di appartenenza e approvazione, non fanno che intensificare la sua insoddisfazione e ansia.
Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, possiamo interpretare questa dinamica come un ciclo di pensieri negativi e auto-sabotanti che rinforzano la sua bassa autostima. La sua difficoltà a sfidare questi pensieri disfunzionali – che si riflettono in un'interpretazione distorta della realtà – è evidente in vari momenti della serie. Un esempio lampante è la sua percezione di sé come "meno importante" rispetto a Lila, che la porta ad assumere comportamenti di sottomissione, anche in ambito scolastico e relazionale.
Lila, pur essendo incredibilmente brillante e sicura di sé in alcuni momenti, ha anche un profondo senso di frustrazione e di rifiuto verso le limitazioni del suo ambiente, che rinforza la sua visione fatalista della vita. Questo potrebbe essere visto come un esempio di "catastrofizzazione", uno dei bias cognitivi più comuni, in cui una persona tende a pensare che gli eventi negativi siano più gravi e incontrollabili di quanto siano in realtà.
2. La relazione tra Elena e Lila
Le relazioni tra i personaggi, in particolare quelle tra Elena e Lila, rappresentano il terreno di sperimentazione di molte dinamiche psicologiche, tra cui il “triangolo drammatico” di Karpman, che può essere analizzato in termini di ruoli di vittima, persecutore e salvatore. Lila, che appare inizialmente come una figura antagonista, spesso assume il ruolo di "persecutore", criticando e mettendo in discussione Elena, mentre Elena finisce spesso per comportarsi come una "vittima" che cerca di guadagnare il favore e l’approvazione dell’amica. Questo continuo passaggio tra questi ruoli crea un ciclo interpersonale dannoso, che limita la capacità di entrambe le protagoniste di sviluppare una sana indipendenza psicologica e una buona autostima.
Le difficoltà relazionali tra le due, inoltre, sono esacerbate dalla presenza di figure familiari e sociali che influenzano profondamente i loro schemi di pensiero e comportamento. Entrambi i modelli familiari riflettono stili di attaccamento che influenzano i comportamenti delle protagoniste, contribuendo alla formazione di relazioni interpersonali spesso conflittuali e disfunzionali.
3. L'Autoefficacia e l'Autodeterminazione
L'autoefficacia, come concetto psicologico, riguarda la convinzione di una persona nelle proprie capacità di affrontare le sfide e i compiti difficili. Uno degli aspetti più significativi della crescita psicologica di Elena e Lila riguarda la loro lotta per l'autoefficacia e l'autodeterminazione, concetti fondamentali nella psicologia cognitivo-comportamentale. Elena, pur provenendo da un ambiente povero e privo di risorse, sviluppa un forte desiderio di istruzione come mezzo di fuga dalle limitazioni del suo contesto sociale. Tuttavia, la sua percezione di non essere “abbastanza brava” la rende vulnerabile a credere di non poter mai raggiungere ciò che si prefigge.
Lila, nonostante le sue difficoltà e la sua realtà opprimente, dimostra una maggiore fiducia nelle proprie capacità intellettive. Tuttavia, la sua vita è segnata da un profondo conflitto tra il desiderio di affermarsi e le restrizioni che il suo ambiente le impone, come il matrimonio precoce e il ruolo subordinato della donna nella società. Questi conflitti interiori possono essere visti come il tentativo di integrare un senso di autodeterminazione con i condizionamenti esterni, creando una tensione tra la propria autopercezione e le aspettative altrui.
4. Stress e Coping
Un altro tema centrale nella serie è la gestione dello stress e delle emozioni negative. Le due ragazze si trovano ad affrontare situazioni difficili, sia sul piano familiare che sociale, e devono sviluppare strategie di gestione dello stress per far fronte a questi eventi.
Mentre Elena sembra adottare una strategia più riflessiva, focalizzandosi sull’apprendimento e sulla scrittura come modalità di evasione e rielaborazione dei suoi traumi, Lila, pur dotata di una grande intelligenza, sembra più incline a strategie di gestione disfunzionali, come l’aggressività e l’auto-isolamento.
Questa differenza nelle strategie di gestione dello stress è fondamentale per comprendere le traiettorie evolutive delle due protagoniste. Elena, pur in difficoltà, riesce, con il tempo, a sviluppare un adattamento più funzionale e resiliente, mentre Lila, pur avendo un'intelligenza acuta, rimane intrappolata in un ciclo di frustrazione e autodistruzione.
Conclusioni
In conclusione, L'amica geniale offre una profonda esplorazione dei temi psicologici legati alla crescita, all’identità e alle relazioni interpersonali.
Le due protagoniste sono intrappolate in schemi di pensiero e comportamento disfunzionali che si sviluppano e si complicano nel corso della serie, e che vengono costantemente rinforzati dalle loro esperienze di vita. Tuttavia, nonostante il conflitto, il ciclo di crescita e la ricerca di indipendenza psicologica mostrano come, nel corso del tempo, sia possibile un cambiamento, anche se doloroso e difficile da raggiungere.
La serie, quindi, diventa non solo una rappresentazione delle sfide sociali e culturali delle protagoniste, ma anche una riflessione sulle potenzialità di adattamento e resilienza dell'individuo di fronte a una realtà complessa e spesso opprimente.
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